Pianta della famiglia delle
Iridaceae, originaria probabilmente dell'Asia occidentale. È ora coltivata nei
Paesi del Mediterraneo (Spagna, Francia, Italia) per i suoi stimmi, che vengono
utilizzati sia in cucina che nell'industria alimentare e conserviera, per dare
colore ed
aroma.
GENERALITÀ
Lo
zafferano è una pianta erbacea perenne, provvista di un piccolo tubero
sotterraneo circondato da numerose guaine che si prolungano verso l'alto per
avvolgere le foglie e gli scapi fiorali prima
dell'antesi.
Le foglie assomigliano a quelle dei
crochi selvatici. Hanno forma stretta e lineare e sono in numero di 6-10 per
ogni pianta. Al momento della fioritura sono poco più lunghe dei fiori,
ma si sviluppano poi quando dal fiore si origina il frutto, diventando lunghe
anche 30-40 cm. La nervatura principale è sporgente e forma una specie di
carenatura nella pagina inferiore. Superiormente la pagina fogliare è
marcata da una lunga linea longitudinale
centrale.
I fiori sono raccolti in numero di 12 per
ogni scapo: hanno un involucro formato da un lungo tubo che si divide
superiormente in 6 tepali, disposti a due altezze a tre a tre. La parte sessuale
è composta da tre antere gialle e da tre lunghi stimmi di colore rosso
aranciato.
Il frutto è una capsula di forma
allungata acuminata, divisa in tre parti; si apre a maturità lasciando
uscire numerosi piccoli semi arrotondati.
Per scopi
terapeutici e nell'industria alimentare si utilizzano gli
stimmi.
Fiore di zafferano selvaticoIMPIEGO
TERAPEUTICO
Lo zafferano è pianta nota fin
dalla più remota antichità, presente già nel papiro di
Ebers e citata nei trattati d'epoca classica, sia greci che romani. Dioscoride
testimonia che lo zafferano era molto impiegato in medicina, al punto da venir
spesso sostituito con altre piante simili, aventi però unicamente
proprietà coloranti.
I trattati medioevali
poi indicano lo zafferano utile per le malattie della gola, per la tubercolosi,
i pruriti e gli ascessi epatici.
Oggi si
riconoscono allo zafferano proprietà stimolanti, toniche, stomachiche,
carminative, sedative, emmenagoghe. Esternamente poi questa pianta risulta
risolutiva e lenitiva.
Lo zafferano è pianta
molto nota come colorante ed aromatizzante, soprattutto in cucina e in
liquoreria. In cucina è utilizzato, specie nel Nord, per la preparazione
di risotti.
A dosi elevate lo zafferano provoca
intossicazione; in casi estremi può dare delirio e
vertigini.
Secondo le più recenti ricerche
lo zafferano ha proprietà eupeptiche, stimolanti il sistema nervoso e la
secrezione gastrica. Ha inoltre attività ormonosimili, che si riflettono
sulla sfera sessuale.
Esternamente lo zafferano
entra nella composizione di preparati usati per le infiammazioni della bocca e
della gola. Sull'epidermide cura le ecchimosi, le scottature e le
escoriazioni.
L'impiego in terapia di questa pianta
è oggi comunque piuttosto limitato, anche perché il costo
d'approvvigionamento di stimmi o di polvere di stimmi è assai
elevato.
I principi attivi dello zafferano sono:
olii essenziali, glicosidi,
fitosteroli.
PREPARAZIONI
Occorre
premettere che questa pianta va utilizzata a dosi bassissime; deve essere
pertanto pesata accuratamente con bilance di
precisione.
- Uso interno: si utilizza
l'infuso, preparato con 0,25-1 g di stimmi per litro di acqua bollente. Si
lascia a riposo per 5-10 minuti, si filtra per tela. Se ne prendono 2-3 tazze al
giorno come stomachico e calmante.
Come regolatore
del flusso mestruale, invece, l'infuso va preparato con 1-2 g per litro di
acqua. Si prende nella dose di 2-3 tazze al
giorno.
- Uso esterno: si utilizza il
decotto, preparato con 2 g per litro d'acqua. Si lascia bollire per qualche
minuto, poi si filtra.
Questo decotto serve per la
preparazione di compresse imbevute o per fare sciacqui
boccali.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE
La raccolta dello zafferano si fa a
mano al momento della fioritura, in settembre-ottobre. Gli stimmi vanno
essiccati all'ombra o in stufa a circolazione d'aria forzata, temperatura molto
bassa, compresa fra i 30 e i 40 gradi.
Lo zafferano
va conservato in recipienti di vetro scuro chiusi. Mantiene la sua
attività per 1-2 anni.
La coltivazione dello
zafferano non presenta particolari difficoltà, trattandosi di pianta che,
come il croco, allo stato spontaneo si trova nelle zone prative e umide.
Difficile è però approvvigionarsi di bulbi di questa pianta, che
in Italia viene coltivata solamente nella regione centrale degli Abruzzi,
soprattutto nell'Aquilano.
I bulbi vanno posti a
dimora in primavera presto, si otterrà così già
nell'autunno successivo una prima fioritura. La distanza di coltura è di
un bulbo ogni 10-15 cm in file distanti 30 cm.
Lo
zafferano cresce bene in terreni sciolti e ricchi di sostanze organiche. Pur
essendo la sua coltivazione perenne, conviene rinnovarla ogni 4-5
anni.
- RICETTE DI
CUCINA
RISOTTO ALLA
MILANESE
INGREDIENTI: 300 gr di riso; 120 gr di
burro; 1 bustina di zafferano; 1 cipolla piccola; 1 l di brodo di carne; 1/2
bicchiere di vino bianco secco (facoltativo); 30 gr di midollo di bue; 80 gr di
parmigiano grattugiato.
PREPARAZIONE: fate
rosolare in una casseruola metà del burro con la cipolla tritata molto
finemente e il midollo, girando in continuazione finché la cipolla
stracuocia senza mai prendere colore. A questo punto si pone l'alternativa del
vino. In tempi antichi non veniva mai usato, oggi sì. Bagnate dunque la
cipolla, fatene evaporare metà e versate il riso. Fatelo tostare per
qualche minuto mescolando, unite lo zafferano e incominciate a versare il brodo
caldo. Salate e portate a termine la cottura allungando con il brodo e
rimestando spesso. Per ultimo aggiungete la parte di burro rimasta e una
metà del parmigiano.
Mescolate vigorosamente
finché il vostro risotto non sarà "all'onda", cioè cremoso
e ben legato. Servite caldo accompagnato col residuo
parmigiano.